decreto dell’Alhambra editto di Granada 1492

31 marzo 1492. La Spagna catto-cristiana con il decreto dell’Alhambra, conosciuto anche come editto o decreto di Granada, a mezzo dei re "illuminati, buoni e giusti" in quanto cattolici e cristiani , Isabella di Castiglia e Ferdinando II d’Aragona, decretavano l’espulsione delle comunità ebraiche dai regni spagnoli e dai loro possedimenti a partire dal 31 luglio dello stesso anno. L’unica possibilità di rimanere in Spagna era accettare di convertirsi al cristianesimo e cambiare nome e cognome, dimenticare cultura, origini e tradizioni.

Gli oltre 200.000 ebrei espulsi trovarono rifugio prevalentemente in  Portogallo (per poco tempo!), Africa settentrionale ed in Turchia, altri in Italia (Venezia e Livorno). Molti migliaia non riuscirono a raggiungere la meta sperata e morirono durante il viaggio.

Di seguito il testo del decreto di espulsione degli ebrei dalla Spagna:

“Sapete bene, o dovreste saperlo, che, poiché fummo informati che in questi nostri domini c’erano alcuni cattivi cristiani che si dedicavano al giudaismo e si allontanavano dalla nostra santa fede cattolica, a causa soprattutto delle relazioni fra ebrei e cristiani, nelle cortes riunitesi a Toledo nel 1480 ordinammo che in tutte le città e i villaggi dei nostri regni e signorie gli ebrei dovevano vivere separatamente dagli altri, nella speranza che la loro segregazione avrebbe risolto il problema. Avevamo anche provveduto e ordinato che nei nostri suddetti regni e signorie fosse istituita un’Inquisizione: come sapete, il tribunale nacque più di dodici anni fa e opera ancora. L’Inquisizione ha scoperto molti colpevoli, come è noto, e dagli stessi inquisitori, oltre che da numerosi fedeli, religiosi e secolari, siamo informati che sussiste un grave pericolo per i cristiani a causa dell’attività, della conversazione e della comunicazione che [i cristiani] mantengono con gli ebrei. [Gli ebrei infatti] dimostrano di essere sempre all’opera per sovvertire e sottrarre i cristiani alla nostra santa fede cattolica, per attirarli con ogni mezzo e pervertirli al loro credo, istruendoli nelle cerimonie e nell’osservanza della loro legge […].

Per questo motivo, e per mettere fine a una così grande vergogna e ingiuria alla fede e alla religione cristiana, poiché ogni giorno diventa sempre più evidente che i suddetti ebrei perseverano nel loro pessimo e malvagio progetto dovunque vivano e conversino [con i cristiani], [noi dobbiamo] cacciare i suddetti ebrei dai nostri regni così che non ci sia più occasione di offesa alla nostra fede.

Pertanto ordiniamo che quanto da noi stabilito sia fatto conoscere, e cioè che tutti gli ebrei e le ebree che vivono e risiedono nei nostri suddetti regni e signorie, a prescindere dallo loro età […], entro la fine di luglio lascino i nostri regni e signorie insieme con i loro figli […], e non osino mai più farvi ritorno.”

«[...] Nosotros ordenamos además en este edicto que los Judíos y Judías cualquiera edad que residan en nuestros dominios o territorios que partan con sus hijos e hijas, sirvientes y familiares pequeños o grandes de todas las edades al fin de Julio de este año y que no se atrevan a regresar a nuestras tierras y que no tomen un paso adelante a traspasar de la manera que si algún Judío que no acepte este edicto si acaso es encontrado en estos dominios o regresa será culpado a muerte y confiscación de sus bienes. [...]»

«[...] Inoltre ordiniamo in questo editto che ebrei ed ebree di qualsiasi età che risiedono nei nostri domini o territori partano con i loro figli e figlie, domestici e parenti di tutte le età alla fine di luglio di quest'anno e che non osino tornare alle nostre terre e non facciano un passo avanti per sconfinare nel modo che se un ebreo che non accetta questo editto viene trovato in questi domini o vi ritorni, sarà condannato a morte e alla confisca delle sue proprietà. [...]»