La Parola scritta di NOE': una Scatola di tranquillità

Tanti archeologici , storici, si sono affannati per cercare resti della famosa Arca di Noè e tanti altri si sono adoperati e si adoperano per la ricostruzione realistica della stessa.

Ma l'Arca a prescindere non è una barca, al più in termini di oggetto potrebbe essere una scatola, un baule, una bara ma di certo non una nave fatta di legno/albero di Gofer e spalmata con Cofer 

In realtà non vi è stato alcun diluvio, ed in ogni caso anche se vi sono stati dei diluvi sulla Terra nulla riguarda l'episodio relativo a Noach.

Quello che Noach deve costruire non è una barca , bensì la Tevà , e cioè la Parola scritta, lo stesso termine usato per indicare la "Cesta di giunchi" in cui fu salvato Moshè.......Tevà è anche la Natura

Una delle più belle favole pervenutaci dalla traduzione greca della Torah è quella relativa all'Arca di Noè, che nell'immaginario collettivo non solo cristiano, rappresenta appunto una grande nave fatta di legno di pino o cipresso , ricoperta di pece che sarebbe resistita al diluvio universale durato 40 giorni. Noè aveva 600 anni quando è avvenuto il diluvio. L'arca ( התבה )  ha una lunghezza di 300 cubiti, larghezza di 50, altezza di 30. La nave poi si sarebbe fermata sulla montagna più alta, il monte dei monti, tradotto in maniera come sappiamo maccheronica in Monte Ararat.

Ancora non hanno capito dopo quasi 6000 anni che in ebraico quando si indica in sequenza singolare e plurale, si vuole indicare un superlativo: come Har Harar-ot, il Monte dei monti (il monte più alto); Shir ha Shir-im, il Canto dei Canti (il canto più bello) insomma come per dire il Top of the Tops, il Migliore dei MIgliori, er mejjo dei mejji. ecc

E' giunta l'ora di cominciare a cambiare le traduzioni  e studiare un pò di grammatica e tradizioni, prima di avventurarsi in teologie acrobatiche e soprannaturali.

Tornando a Noè , in realtà più di arca, forse è meglio parlare di Scatola di Noach/Chen נח-חנ che trova grazia agli occhi del Supremo, dell'Adonai.  Il mondo è pieno di חמס HAMAS, letteralmente rapina, furto con violenza, furto con destrezza, imbrogli, ruberie e corruzioni varie (ingiustizie, violenze, oppressioni).

Noach si rifugia nella scatola chiusa ma con un apertura verso il mondo esterno, nella Parola scritta, nella melodia musicale, nella comunicazione, nel linguaggio degli esseri umani per portare un pò di dolcezza e tranquillità, o semplicemente la pace, ........con sè nella scatolina porta degli animali (7 coppie per i puri, 2 per gli altri), le piante ed erbe, la moglie e i figli, e del cibo, ......ma anche la vite del vino.

Qui le acque del diluvio non sono acque buone, sono le acque della confusione, del disordine , rispetto al termine singolo acqua che rappresenta la Torah, e quindi acqua buona. Nell'insegnamento di Noach l'acqua anche qui viene disciplinata anche con l'albero (la Torah), un "legno protettivo". Anche nell'insegnamento di Marà l'acqua viene resa dolce con l'albero (la Torah), rappresentato dalla saggezza e dal consiglio delle persone intelligenti e buone.

Entrare nelle parole dello studio della Torah per rifugiarsi in uno scrigno  colmo di saggezza e di distinzione, per ripararsi dal diluvio/confusione המבול e dalle turbolenze della vita. Saranno poi le acque stesse a far emergere la Parola.

המבול Confusione-Tempesta-Marea

  Pece כפר ........ Kippur כפור .

Per tenere la Parola, (la famiglia , gli animali puri e impuri, le cose più preziose della vita)  al riparo dalla confusione, dal disordine ci vuole Gofer (cura, protezione)  e va spalmato Kippur ops...- Cofer ..

Poco dopo c'è l'insegnamento di Bevel....

 

tvt = תבת tradotta volgarmente con arca, in realtà nella Haggadah Noach (Racconto di Noach) è la parola scritta, scrittura; significa anche armadio, scatola o bara (il meridionale tavutu deriva appunto da questa dizione ebraica)

uchtavtàm  וכתבתם E li scriverai...

e io scriverò  וכתבתי

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