Nazaret נצרת

Città praticamente inesistente sino al terzo secolo e.v. , fu fondata dai primi seguaci Cristiani.

E' lo stratagemma che è stato usato per coprire l'appellativo di Nazireo/Nazoreo e Setta dei Nazirei riferita ai primi cristiani. Con successive interpolazioni nei primi secoli del medioevo hanno inserito il riferimento alla città di Nazaret, fondata intorno al 300 e.v.

Non è menzionata nella Torah, nè nel Tanach, nè nel Talmud e non è mai citata nemmeno da Giuseppe Flavio il piu importante storico giudeo-romano di circa 2 mila anni fa, il quale più volte descrive la regione Galilea e le sue città.

La forma grammaticale ebraica per Nazareth è NZRT (solo consonanti), che è tarda ed è stata indicata come Nazrat o Nazeret, invece la forma greca è Iesoun o' Nazoraios , in realtà  come un soprannome odierno nelle zone del sud italico a definirne spesso la funzione esercitata o l'appartenenza ad un gruppo. 

Gli ebrei di cui tempi non chiamavano le persone facendo riferimenti a luoghi tipo Yochanan di Tsion, Yehuda di Betlemme ecc bensì come qualche anno fa anche in Italia con il nome del Padre: basta guardare i registri civili. Giovanni figlio di Pasquale, se era morto Giovanni fu Pasquale. Quindi al massimo invece di Gesù di Nazaret si potrebbe dire Iesoun ben Yosef: Gesù il figlio di Giuseppe.

 Forse è qualcosa che vuole alludere alle funzioni e al ruolo che avevano i Nazirei (come Sansone e il profeta Samuele). Il nazireato è però scritto non con la tsadi ma con la zain (in ebraico: נזיר, Nazir, cioè “consacrato” o “separato”) è il più antico tra i voti ovvero la consacrazione di un uomo al Supremo con il conseguente impegno di seguire alcuni rigidi precetti di vita; il consacrato è detto nazireo, ma anche nazareo, nazirita, nazarita o nazareno.

In altri testi è definitio invece Ha Notsrì con la tsadi. Gesù, il semidio, nelle icone viene raffigurato con lunghi capelli e barba e molti studiosi ritengono che fosse stato un Nazireo (temporaneo) sulle orme del cugino Giovanni il Battista (nazireo a vita)

Gli obblighi inerenti a questo voto sono illustrati nel Libro dei Numeri (6,1-21) e nel Libro dei Giudici (Gc 13): il nazireo non può mangiare cibi impuri (ovvero quelli vietati nel Libro del Levitico) né cibi provenienti dalla vite.
Nello specifico il voto di nazireato richiedeva che l’uomo o la donna seguissero le seguenti regole:

Astenersi dal vino, aceto di vino, uva, uva passa, liquori intossicanti, aceto distillato da tali sostanze, e dal mangiare o bere qualsiasi sostanza che contenga traccia d’uva.
Evitare di tagliarsi i capelli in testa, ma consentire alle ciocche di capelli di crescere.
Non diventare impuro/a toccando cadaveri o tombe (quindi non si può partecipare a funerali né entrare in un cimitero), anche di membri di famiglia e parenti stretti.Dopo aver seguito queste regole per un determinato lasso di tempo (specificato al momento dell’inizio del voto), la persona si immergeva in un mikveh (bagno rituale) e faceva tre offerte: una come offerta d’olocausto (olah, bruciata sull’altare del Tempio), 2 tortore o 2 piccioni uno come offerta del peccato e l’altro come olocausto e un giovane montone come offerta per la colpa (shelamim), oltre ad un cesto di pane azzimo, grano e libagione, che accompagnavano l’offerta di pace. Il nazireo poi compiva davanti a un sacerdote il rito nel quale gli venivano rasati i capelli, che poi erano bruciati nello stesso fuoco come sacrificio di comunione (Libro dei Numeri 6, 18). Alcuni grandi, furono nazirei per tutta la vita “fin dal seno materno” (era la stessa madre che consacrava, prima della nascita, il figlio o la figlia), come ad esempio  Sansone (Gc 13,2-7), uno dei Giudici d’Israele, al quale il Supremo  donò una forza incredibile proprio per la sua obbedienza ed osservazione del voto di nazireato (13,1-16,31).

La setta dei Nazirei potrebbe derivare etimologicamente dai Nazirei sopra descritti ma nella pratica e nella teoria troviamo poca connessione.

Matteo 2:23 E, appena giunto, andò ad abitare in una città chiamata Nazareth, perché si adempisse ciò che era stato detto dai profeti: «Sarà chiamato Nazareno [greco: Nazôraios]»  Qui l'errore clamoroso e colossale che fa capire tutta l'impalcatura: Sarà chiamato Nazoreo è proprio ciò che si disse del Profeta Samuele prima di nascere, cioè sarà consacrato a Dio, sarà un nazireo.

Quindi Matteo o chi per Lui, inserisce la città di Nazareth in una cosa del tutto assurda !!!

 

La connessione a Nazareth come città a Gesù è stata creata ad hoc quasi sicuramente dal Vescovo Epifanio  (e.v. 315 – 403) , il primo a nominarla in un testo.

Vangelo secondo San Giovanni:

[38] «A Nazareth, quel giorno, i discepoli si fermarono presso di Lui.
[43] il giorno dopo Gesù aveva stabilito di partire per la Galilea» (
Gv., 1:38-43)

Dal momento che Nazareth risulta essere, ieri come oggi, nella regione denominata Galilea, non ha senso che Gesù, dalla Galilea - regione dove, secondo i Vangeli, aveva la residenza - vada nel territorio della... Galilea! È evidente dunque che Gesù, o "il protagonista" dei racconti favolosi, fosse partito da una città al di fuori del territorio della Galilea, presumibilmente da un territorio limotrofo . Basta verificare attentamente l'accurata cartina della Terra di Israele, per verificare.

Per scoprire se la Nazareth descritta dai Vangeli corrisponde realmente con la Nazareth odierna, costruita in realtà circa circa 300 anni dopo le vicende delle guerre giudaiche con i Romani , bisogna analizzare le caratteristiche descritte

dal Vangelo  secondo Luca.....

[16] «Si recò a Nazareth, dove era stato allevato; ed entrò, secondo il suo solito, di sabato nella Sinagoga e si alzò a leggere.
[17] Gli fu dato il rotolo del profeta Isaia; apertolo trovò il passo dove era scritto:
[18] Lo Spirito del Signore è sopra di me, / per questo mi ha consacrato con l'unzione / e mi ha mandato per annunciare ai poveri un lieto messaggio, / per proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; / per rimettere in libertà gli oppressi,
[19] e predicare un anno di grazia del signore".
[20] Poi arrotolò il volume, lo consegnò all'inserviente e sedette. Gli occhi di tutti nella sinagoga stavano fissi sopra di lui.
[21] Allora cominciò a dire: « Oggi si è adempiuta questa scrittura che voi avete udito con i vostri orecchi » [...]
[28] All'udire queste cose, tutti nella sinagoga furono pieni di sdegno;
[29] si levarono, lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte sul quale la loro città era situata, per gettarlo giù dal precipizio.
[30] Ma egli passando in mezzo a loro se ne andò. Poi discese a Cafarnao, una città della Galilea» (Lc., 4:16-30)

Pertanto da tale passo si desume che: in questa città era presente una Sinagoga nella quale Gesù andava per insegnare; inoltre si evince che Nazareth era situata "sul ciglio di un monte" che terminava con un profondo precipizio. La Nazareth odierna non è situata né sul ciglio di un monte né sull'orlo di un precipizio; la vera Nazareth, invece, è sita in una vasta pianura e, soprattutto, non possiede alcun tipo di precipizio dal quale buttando giù un uomo lo si potrebbe uccidere

Riguardo la Sinagoga citata da Luca si può tranquillamente affermare che non esiste nessun ritrovamento archeologico, né documenti di mappe, né alcuno scritto di fonti storiche pervenutoci in cui si menziona Nazareth, i cui ritrovamenti più antichi non sono databili prima del III secolo e.v.; ma, soprattutto, non sono stati mai ritrovati i resti di nessuna Sinagoga risalente al I secolo e.v.. Gli unici oggetti databili a quel periodo sono alcuni epitaffi e reperti tombali che testimoniano solamente che nel primo secolo dopo Cristo in quel luogo dove sorge l'odierna Nazareth non fu costruita nessuna città, per quella legge ebraica che vietava di costruire villaggi e città nei pressi di tombe e cimiteri.

 Insomma Nazareth non corrisponde affatto alla Nazareth dei Vangeli. 

 

dal vangelo secondo Marco:

[3:7] «Intanto si ritirò presso il mare (lago Tiberiade) con i suoi discepoli e lo seguì con molta folla [...]
[3:13] Salì poi sul monte, chiamò a sé quelli che egli volle ed essi andarono con lui...
[3:20] Entrò in casa e si radunò attorno a lui molta folla, al punto che non potevano nemmeno prendere cibo.
[3:21] Allora i suoi, sentito questo, uscirono per andare a prenderlo [...]
[3:31] Giunsero sua madre e i suoi fratelli e, stando fuori, lo mandarono a chiamare [...]
[4:1] Poi di nuovo si mise ad insegnare lungo il mare (lago Tiberiade) e si riunì intorno a lui una folla enorme...» (Mc., 3:7 – 4:1)

Questo passo ci dice che Gesù era solito andare ogni giorno da Nazareth, la sua città natale, alle sponde del lago Tiberiade, per poi "girare" di nuovo "sul monte" dove aveva la casa, ovvero a Nazareth, che era situata sul ciglio di un monte e dove Gesù aveva la residenza; 

Ma Nazareth dista in linea retta circa 40 chilometri dal lago Tiberiade e quindi in pratica ogni giorno Gesù per andare dalla sua città al lago, poi di nuovo a casa, poi ancora al lago ed infine di nuovo a casa, avrebbe addirittura dovuto percorrere 160 chilometri al giorno. Una distanza fantascientifica che si può percorrere solo con le moderne autovetture o con treni!!!!!

Si può facilmente intuire che, data la distanza che la divideva dal lago Tiberiade, la città di Nazareth non avrebbe potuto in nessun modo corrispondere alla città natale di Gesù ( o Giovanni di Gamala, o altri).

Dal vangelo di Luca leggiamo inoltre:

[39] «In quei giorni (dopo il concepimento a Nazareth) Maria si mise in viaggio verso la montagna e raggiunse in fretta la città di Giuda» (Lc., 1: 39)

Quale sarebbe questa fantomatica città di Giuda verso la montagna?

La risposta più veritiera potrebbe essere che  la Nazareth dei Vangeli, in realtà corrisponde a Gamala, la città natale di Giovanni, Simone, Giacomo, Giuda e Giuseppe, fratelli di Gesù e figli  di Giuda il Galileo.

Da Antichità Giudaiche di Giuseppe Flavio (Libro XVIII):

[4] «Giuda il Galileo era un Gaulanita della città di Gamala» (Ant. Giud., XVIII:4)

La città di Gamala venne fondata dal sovrano di stirpe asmonea Alessandro Ianneo nell'81 a.e.v.. Di questa città erano originari Ezechia di Gamala e suo figlio Giuda il Galileo, che si proclamavano discendenti della dinastia Asmonea. La città fu fortificata da Giuseppe Flavio, comandante della Galilea durante la rivolta giudaica contro Roma nell'anno 66, che perciò ne descrive l'aspetto e la conquista, attuata nel 67 dal futuro imperatore Vespasiano a capo della Legione X Fretensis. Della città di Gamala ce ne parla lo storico ebreo Giuseppe Flavio nella sua opera storiografica La Guerra Giudaica al libro IV:

[5] «Da un'alta montagna si protende infatti uno sperone dirupato il quale nel mezzo s'innalza in una gobba che dalla sommità declina con uguale pendio sia davanti sia di dietro, tanto da rassomigliare al profilo di un cammello; da questo trae il nome, anche se i paesani non rispettano l'esatta pronuncia del nome (chiamandola Gamlà).
[6] Sui fianchi e di fronte termina in burroni impraticabili mentre è un po' accessibile di dietro, dove è come appesa alla montagna; ma anche qui gli abitanti, scavando una fossa trasversale, avevano sbarrato il passaggio.
[7] Le case costruite sui ripidi pendii erano fittamente disposte l'una sopra l'altra: sembrava che la città fosse appesa e sempre sul punto di cadere dall'alto su se stessa.
[8] Affacciava a mezzogiorno, e la sua sommità meridionale, elevandosi a smisurata altezza, formava la rocca della città, sotto cui un dirupo privo di mura piombava in un profondissimo burrone: dentro le mura c'era un burrone e ivi la città terminava.
[9] La città, che per le sue difese naturali era così imprendibile, Giuseppe (Flavio, perché si riferisce a se stesso chiamandosi in terza persona) l'aveva cinta di mura e rafforzata con gallerie e trincee» (Guerra Giud., IV, 1: 5-8).

La città di Gamala dista circa 6 km chilometri dal lago Tiberiade al contrario dei 40  km di Nazareth, e dunque ne era sita in prossimità, come ci è testimoniato peraltro anche da Giuseppe Flavio:

[2] «Con costoro era anche la città di Gamala, situata dirimpetto a Tarichee dall'altra parte del lago Tiberiade» (Gue. Giud. IV,1:2)

Analizziamo ancora il vangelo secondo san Luca:

[16] «Si recò a Nazareth, dove era stato allevato [...]
[30] Poi discese a Cafarnao, una città della Galilea»
 (Lc., 4:16-30)

Se si parte da Nazareth non ha senso la frase "discese a Cafarnao", poiché Nazareth è a Sud, non a Nord di Cafarnao; è possibile "discendere a Cafarnao" solamente se si parte da Gamala, che è situata a Nord .

Dal vangelo secondo san Matteo:

[1] «Terminati questi discorsi, Gesù partì dalla Galilea e andò nel territorio della Giudea, al di là del Giordano» (Mt. 19:1)

Partendo dalla Galilea per andare nella Giudea non vi è alcuna necessità di attraversare il fiume Giordano; ma invece si è costretti a farlo se si parte da Gamala, situata nella regione della Gaulanitide, al di là del Giordano.

Dal vangelo secondo Marco:

[15] «Lasciata Nazareth, venne ad abitare a Cafarnao, presso il mare, nel territorio di Zàbulon e di Nèftali, al di là del Giordano» (Mt. 4:13-15)

Anche qui per andare da Nazareth verso Cafarnao non è necessario attraversare il fiume Giordano, mentre se si parte dalla città di Gamala, in Gaulanitide, si è invece costretti ad attraversarlo.

Gamala è  la città di Ezechia, di Giuda e dei suoi figli Giovanni, Simone, Giacomo, Giuda e Giuseppe, che corrispondono fortemente ai fratelli di Gesù descritti nei Vangeli. 

Perché gli Evangelisti /redattori avrebbero citato Nazareth e non Gamala?

La risposta  più probabile è che gli Evangelisti hanno scritto i Vangeli dal 100 d.C. al 300 d.C., quindi in buona parte dopo la distruzione ad opera dei romani sia del Tempio di Gerusalemme - avvenuta nel 70 e.v. - che di Masada, avvenuta nel 74 e.v. Romani che in quel periodo rasero al suolo l’intero mondo ebraico, disperdendone tutti gli abitanti, a causa delle loro ribellioni, capitanate prevalentemente dalla setta degli Zeloti. Ora, essendo Gamala la più importante sede di feroce resistenza e opposizione ai romani effettuata dagli Zeloti(Boanerghese, Cannanim ecc), si ritiene che gli Evangelisti non vollero legare il nome di Gesù a quello che storicamente era effettivamente e cioè Leader di un gruppo partigiano-combattente  anche se con nome diverso.

La critica feroce presente di continuo nei vangeli  nei confronti delle persone acculturate ed intellettuali (scribi)  farisei e sadducei , che non si armarono contro i Romani è un altra controprova a ciò.

L'aggettivo o la qualifica "di Nazareth" è stata inventata dai redattori evangelici per occultare la correlazione che intercorre tra il personaggio "storico" di Gesù e la sua vera città paterna, al fine di non fare identificare storicamente la sua figura con quella di Giovanni il Galileo, figlio del noto rivoluzionario Giuda;  Nazireo, o Nazoreo, era un appellativo riferito ai capi-guide-cohanim Esseno-Zeloti ed era perciò contrastante con l'istaurarsi della nuova dottrina pacifista, inoltre anche Giovanni, figlio di Giuda il Galileo, era un Nazireo, oltre che un Galileo, e questo avrebbe permesso ancora una volta l'accostamento delle due figure che in realtà quasi sicuramente sono la stessa persona.