... la chiamavano Trinità

Non stiamo parlando del mitico film con Bud Spencer e Terence Hill, ma poco ci manca!!!!

Stiamo parlando di uno dei grandi "atti di scienza" della teologia cristiana: padre , figlio e spirito santo.Un Dio unico in tre persone:  un’unica natura o essenza della divinità, la quale sussiste in tre persone divine, ossia Padre, Figlio (generato dal Padre) e Spirito Santo (che procede dalle altre due persone come da un unico principio); a tutte e tre le persone, ben distinte, competono allo stesso modo tutti gli attributi divini essenziali.

Mah!

Tale dogma si è sviluppato gradualmente a partire dal 4 secolo e.v. e attraverso  varie controversie. Il concilio di Nicea, con atto politico (tipo un attuale Decreto DPCM) nel 325 e.v., emanò la formula cruciale di tale dottrina enunciando quale verità che «il Figlio è della stessa sostanza del Padre», anche se diceva molto poco sullo Spirito Santo. Entro la fine del 4° secolo la  dottrina della Trinità prese sostanzialmente la forma che conserva ancora oggi.”

Nel citato Concilio di Nicea indetto dall'imperatore romano Costantino nel 325 due leader della chiesa di Alessandria – Ario e Attanasio – erano stati in aperta disputa sulla questione se il Figlio fosse uguale, o meno, al Padre. Eusebio, il padre della storia ecclesiastica, in apertura del concilio offrì una soluzione di compromesso che descriveva la relazione tra il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo. I sostenitori di Attanasio si resero conto che il compromesso avrebbe distrutto la dottrina della Trinità, ed equivaleva in pratica ad un voto per Ario, il quale sosteneva che il Padre era in qualche modo superiore. L'imperatore Costantino si intromise nella disputa, respingendo il compromesso di Eusebio. Ma l'idea della Trinità non divenne dottrina fino all'anno 379, quando l'imperatore romano Teodosio elevò con atto politico il Cristianesimo a religione di stato. Da ciò ebbe origine la Chiesa Cattolica Romana, e la santissima trinità. Un grande risultato sociale per l'umanità intera!!

Il concilio di Nicea (primo concilio ecumenico della storia della Chiesa), è convocato e presieduto da Costantino in qualità di “vescovo dei laici” (episkopos ton ektós): al potere dei vescovi sulle Chiese si aggiunge il potere di Costantino su quelli che sono al di fuori dell’organizzazione ecclesiastica; l’imperatore riconosce però di non avere autorità ecclesiastica, ma solo secolare, e lascia i vescovi liberi di prendere le loro decisioni. Costantino invita a Nicea (ora in turco Iznik) tutti i 1800 vescovi della Chiesa cristiana (circa 1000 in Oriente e 800 in Occidente) ma solo circa 300 vescovi sono in grado di prendere effettivamente parte ai lavori. 

Il punto cruciale che questi ultimi devono affrontare è ancora una volta legato al problema cristologico: com’è possibile, da un punto di vista razionale, che il Cristo patisca la Passione e senta la Resurrezione? Può Dio patire e percepire come un uomo?  A Nicea, il concilio ecumenico condanna definitivamente Ario e stabilisce il cosiddetto “Simbolo Niceno”, una formula di fede che, integrata con quella elaborata a Calcedonia nel 451, è ancora oggi il principale punto di riferimento dottrinale della Chiesa cattolica.

Nelle deliberazioni conciliari, al concetto ariano del Logos “incarnato ma non fatto uomo” si oppone il concetto del Logos “incarnato e fatto uomo”, e quindi all’idea di Cristo come “fattura e fondazione” di Dio si sostituisce quella di Cristo unigenito “generato, non creato”, coeterno al Padre e consustanziale con Lui. Si aggiunge poi il “credo” nello Spirito Santo: in questo modo, il dogma trinitario è chiaramente e stabilmente formulato. “Crediamo in un solo Dio, Padre onnipotente, creatore di tutte le cose visibili e invisibili. E in un solo Signore, Gesù Cristo, figlio di Dio, generato, unigenito, dal Padre, cioè dalla sostanza del Padre, Dio da Dio, luce da luce, Dio vero da Dio vero, generato non creato, della stessa sostanza del Padre, mediante il quale sono state fatte tutte le cose, sia quelle che sono in cielo, che quelle che sono sulla terra. Per noi uomini e per la nostra salvezza egli discese dal cielo, si è incarnato, si è fatto uomo, ha sofferto e risorse il terzo giorno, salì nei cieli, verrà per giudicare i vivi e i morti. Crediamo nello Spirito Santo. Ma quelli che dicono: vi fu un tempo in cui egli non esisteva; e: prima che nascesse non era; e che non nacque da ciò che esisteva, o da un’altra ipostasi o sostanza che il Padre, o che affermano che il Figlio di Dio possa cambiare o mutare, questi la Chiesa cattolica e apostolica li condanna”.

I difensori della tradizione ecclesiastica hanno così la meglio sia sui seguaci di Ario sia su quelli di Origene. Lo stesso Eusebio di Cesarea, che ha a lungo guardato con simpatia alle dottrine origeniane, si piega alle decisioni dei Padri conciliari.

La trinità incorpora un concetto pagano abbracciato molto prima della cristianità: la nozione di una Triade o Trinità divina è presente nella tradizione Indiana con  il gruppo trinitario di Brahma, Siva e Vishnu; nella religione Egiziana il gruppo trinitario di Osiride, Iside e Horus, che costituisce una famiglia divina, come il Padre, la Madre e il Figlio nelle immagini cristiane medievali. Nell'unità del dio dei Babilonesi, c'erano tre persone e per simboleggiare quella dottrina della Trinità essi usavano la forma del triangolo equilatero, cosi come facevano gli egiziani e  proprio come oggi fa a Chiesa .

Alla fine, quindi la religione cristiana divenne un politeismo "old school". Dal tempo delle crociate, essa fu la religione più politeistica mai esistita. Questa palese contraddizione tra il dichiarato monoteismo e il reale politeismo è stata storicamente gestita accusando altre religioni di falso cristianesimo. La chiesa, quella cattolica e la tarda protestante, divennero aggressive verso le due principali religioni più chiaramente monoteistiche, il giudaismo e l'islam, e le perseguitarono come infedeli o pagane.

Il concetto di Trinità è totalmente assente nella tradizione ebraica da cui la religione Cristiana pretende di collegare il suo culto idolatrico. Rappresenta inoltre una grave violazione del primo punto del Decalogo del Sinai (i 10 comandamenti per il catechismo cattolico).

E' totalmente assente anche negli stessi vangeli greci.